Speriamo pertanto di poter rendere un servizio utile, offrendo alcuni interessanti spunti di riflessione.
Buona lettura!
Produrre rispettando la natura e l’uomo:
con questa finalità è nata e si è diffusa l’agricoltura biologica. Il metodo biologico predilige l’uso di risorse rinnovabili, il recupero ed il riciclo. L’adozione di tecniche di lavorazione che migliorano la struttura del terreno, l’introduzione di siepi ed alberature, le rotazioni e l’avvicendamento delle colture, i sovesci, le consociazioni e il compostaggio dei prodotti di scarto sono i principali strumenti usati per mantenere l’equilibrio biologico del suolo e della microfauna. Nella scelta dei fertilizzanti tiene conto delle preziose funzioni vitali che la sostanza organica svolge nel terreno.
Fare agricoltura biologica inoltre significa, in base alle norme europee:
• non usare sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere);
• ammettere solo i concimi organici (letame, compost) o minerali e tecniche di lavorazione dolci;
• non utilizzare coloranti nella produzione di alimenti trasformati.
Nell’allevamento del bestiame il metodo biologico presta attenzione al benessere degli animali, lasciandoli pascolare in spazi aperti e limitando la densità dei capi allevati. L’alimentazione si basa su foraggi biologici e le cure devono essere omeopatiche.
Le certificazione sono l’unico strumento che il consumatore ha per acquistare prodotti veramente ecologici.
In Italia uno dei principali certificatori in questo settore è Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica). L’Aiab, nel corso del tempo, ha creato una serie di marchi privati che vengono concessi a quei produttori che si impegnano a rispettare le regole contenute nel regolamento o nel disciplinare del marchio prescelto.
Per quanto riguarda il no food, in pratica l’Aiab ha creato dei disciplinari in aree nelle quali non esisteva nulla come la cosmesi, la detergenza, i tessuti ed il turismo.
In entrambi i casi il compito di controllare l’applicazione dei disciplinari e degli impegni assunti dalle aziende è affidato a ICEA (Istituto Certificazione Etica Ambientale) che rilascia l’autorizzazione a stampare le etichette con il marchio Aiab.
Per quanto riguarda i detersivi, Aiab, ha creato il marchio “Detergenza Pulita Aiab” che offre maggiori garanzie al consumatore. Tra queste le più importanti: l’utilizzo di tensioattivi solo di origine vegetale, l’utilizzo di olii essenziali per le profumazioni. Inoltre i prodotti sono dermatologicamente testati. I contenitori sono in plastica reciclabile e le etichette sono dello stesso materiale del flacone.
Il nome dell’Organismo di controllo che ha effettuato la certificazione del prodotto biologico si deve trovare sull’etichetta dei prodotti. I prodotti biodinamici sono sottoposti agli stessi controlli ed in più hanno il marchio “Demeter” che garantisce che almeno il 90% degli ingredienti sia di origine biodinamica. Lo stesso Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali effettua una serie di controlli presso le aziende di produzione, trasformazione, distribuzione e dettaglio al fine di verificare il rispetto della normativa vigente. A maggior garanzia dei consumatori, tutti gli Organismi di controllo Sanitari (Asl, Nas, Repressione Frodi) effettuano controlli e verifiche analitiche in tutte le fasi della filiera.
1) l’impiego di materie prime di origine vegetale e naturale rispettose della salute dell’uomo e dell’ambiente,
2) l’utilizzo di imballaggi da materie prime riciclabili,
3) la qualità dei prodotti in termine di potere lavante da poter competere con i detergenti tradizionali. Questo elemento è stato il vero motivo dello sviluppo dei detergenti ecologici certificati in quanto negli ultimi tempi sono state ampiamente risolte molte problematiche.
La scelta dei detergenti ecologici è vantaggiosa perchè rispetta l’ambiente, rispetta la salute della persona perchè sono prodotti anallergici ed infine porta ad un utilizzo più consapevole dei prodotti. Normalmente tutti noi siamo abituati a valutare un prodotto ecologico in base alla sua biodegradabilità, in realtà le cose non stanno proprio in questo modo. La biodegradabilità indica la proprietà delle sostanze di essere decomponibili dai batteri saprofiti, ma niente ha a che fare con il grado di tossicità delle molecole risultanti dalla decomposizione delle sostanze. Quindi un prodotto con biodegradabilità al 90% è si un buon prodotto ecologico, ma il consumatore deve saperne di più. Quindi è stato introdotto il VCD cioè il Volume Critico di Diluizione. Esso misura la quantità minima di acqua necessaria per rendere una certa dose di detergente innocua per gli organismi acquatici. Dunque i detergenti ecologici oltre ad avere un elevato livello di biodegradabilità devono presentare un VCD più basso possibile che garantisce la loro atossicità ambientale.