Ci proponiamo in questa pagina di rispondere ad alcuni interessanti e importanti quesiti sul tema del biologico, in modo da chiarire ai nostri clienti, ma anche a chiunque sia interessato a uno stile di vita sostenibile, quale sia la filosofia dietro la nostra attività e quali siano i valori e la cultura di cui ci facciamo promotori. Speriamo pertanto di poter rendere un servizio utile, offrendo alcuni interessanti spunti di riflessione. Buona lettura!
Come cita il Regolamento del Parlamento europeo, “La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali”. (Reg. CE n. 834/07)
L’agricoltura biologica: – Esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi come fertilizzanti, diserbanti, insetticidi e anticrittogamici per la concimazione dei terreni, per la lotta alle erbe infestanti, ai parassiti animali e alle malattie delle piante;
– E’ di tipo estensivo (e non intensivo) che – attraverso la rotazione delle colture, l’utilizzo di fertilizzanti organici, le ridotte lavorazioni – si integra nei processi naturali in modo compatibile e rispetta l’ambiente (il terreno, l’acqua, l’aria), la salute degli agricoltori e quella dei consumatori;
– Pone elevata attenzione alla salvaguardia dei sistemi e dei cicli naturali, al benessere e al rispetto delle esigenze etologiche degli animali e all’equilibrio tra essi;
– Esclude l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM), vale a dire tutti quegli organismi in cui parte del genoma viene modificata tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica.
Prima di fare la spesa, occorre sempre leggere l’etichetta e verificare che:
– controllare che l’etichetta riporti, accanto al logo europeo, le indicazioni necessarie per identificare la nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell’operatore, il codice dell’organismo di controllo preceduto dalla dicitura “Organismo di controllo autorizzato dal Mi.P.A.A.F”;
Gli organismi di certificazione biologica nazionali sono 16, riconosciuti con decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, e l’elenco completo si trova sul sito dell’AIAB, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica.
Il cibo biologico è sano, è saporito ed è ricco di principi attivi vitali:
– avendo una genesi naturale e non contaminata dalla chimica, e crescendo su terreni “puri” e non trattati, rinforza il metabolismo e le difese;
– previene il deposito di tossine chimiche nel corpo e velocizza lo smaltimento di quelle eventualmente già presenti. Infatti, i prodotti biologici sono privi di neurotossine, sostanze dannose per il cervello e le cellule nervose e contenute in molti dei pesticidi comunemente utilizzati nelle coltivazioni. Non contenendo questi elementi nocivi, il biologico non sottopone l’organismo al faticoso compito di dover metabolizzare composti che gli sono estranei. Questo comporta un minore stress per il nostro corpo e una maggiore disponibilità di energia;
– accelera la guarigione e stimola la rigenerazione di organi e tessuti;
– ha un effetto protettivo, ricostituente e antiage.
I Prodotti biodinamici sono ottenuti, innanzitutto, nel pieno rispetto delle norme dell’Agricoltura biologica, cioè controllati e certificati in base al Reg CE 2092/91. Inoltre devono essere coltivati rispettando i principi dell’agricoltura biodinamica derivanti dagli insegnamenti di Rudolf Steiner (1861-1902) e ormai consolidati in decenni di sperimentazione. In particolare l’azienda che pratica l’agricoltura biodinamica è considerata un organismo vivente, dove la produzione vegetale si integra con l’allevamento animale che fornisce il giusto concime per le coltivazioni. Tiene conto inoltre dei cicli astronomici e lunari nel calendario delle lavorazioni. Il terreno è trattato come un enorme laboratorio, “dinamizzato” con preparati a base di sostanze naturali e letame per incrementare la sua vitalità e le sue difese.
Certamente si ! In agricoltura biologica è vietato l’impiego di diserbanti e si ricorre a tecniche agronomiche e colturali che vanno a limitare la diffusione delle piante spontanee, come ad esempio le rotazioni, le lavorazioni in superficie, il pirodiserbo e la pacciamatura.
Il pesce non può essere dichiarato da Allevamento biologico in quanto il Reg. 2092/91, che disciplina i prodotti da Agricoltura Biologica, non si applica a tale tipologia di prodotto. Possono tuttavia esistere dei Disciplinari privati, stabiliti da Organismi di Controllo ed applicati volontariamente da alcuni produttori.
Significa che la carne così etichettata è stata ottenuta da aziende biologiche in cui gli animali vengono allevati nel pieno rispetto del Reg CE 2092/91. In particolare esso stabilisce norme per il benessere degli animali, come lo spazio minimo che ogni animale deve avere a disposizione ed il tempo minimo che deve poter trascorrere all’aperto. Inoltre stabilisce che gli animali devono essere alimentati esclusivamente con prodotti da “Agricoltura biologica” (quindi non OGM) in parte coltivati nella stessa azienda, che le malattie devono essere curate con farmaci omeopatici e che non si possono usare antibiotici come trattamento preventivo.
I detersivi ecologici sono formulati con sostanze lavanti (tensioattivi) di origine vegetale e sono profumati con oli essenziali da coltivazione biologica. I detersivi tradizionali invece possono contenere sostanze lavanti di origine petrolchimica, profumi sintetici, sbiancanti ottici, perlanti, antischiuma, coloranti sintetici, sostanze di origine animale, enzimi.
Le certificazione sono l’unico strumento che il consumatore ha per acquistare prodotti veramente ecologici. In Italia uno dei principali certificatori in questo settore è Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica). L’Aiab, nel corso del tempo, ha creato una serie di marchi privati che vengono concessi a quei produttori che si impegnano a rispettare le regole contenute nel regolamento o nel disciplinare del marchio prescelto. Per quanto riguarda il no food, in pratica l’Aiab ha creato dei disciplinari in aree nelle quali non esisteva nulla come la cosmesi, la detergenza, i tessuti ed il turismo. In entrambi i casi il compito di controllare l’applicazione dei disciplinari e degli impegni assunti dalle aziende è affidato a ICEA (Istituto Certificazione Etica Ambientale) che rilascia l’autorizzazione a stampare le etichette con il marchio Aiab. Per quanto riguarda i detersivi, Aiab, ha creato il marchio “Detergenza Pulita Aiab” che offre maggiori garanzie al consumatore. Tra queste le più importanti: l’utilizzo di tensioattivi solo di origine vegetale, l’utilizzo di olii essenziali per le profumazioni. Inoltre i prodotti sono dermatologicamente testati. I contenitori sono in plastica reciclabile e le etichette sono dello stesso mate
La certificazione del prodotto biologico è un’ulteriore garanzia per il consumatore. Essa viene effettuata da Organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in base al Regolamento dell’Unione Europea, attraverso tecnici specializzati e analisi mirate. Il nome dell’Organismo di controllo che ha effettuato la certificazione del prodotto biologico si deve trovare sull’etichetta dei prodotti. I prodotti biodinamici sono sottoposti agli stessi controlli ed in più hanno il marchio “Demeter” che garantisce che almeno il 90% degli ingredienti sia di origine biodinamica. Lo stesso Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali effettua una serie di controlli presso le aziende di produzione, trasformazione, distribuzione e dettaglio al fine di verificare il rispetto della normativa vigente. A maggior garanzia dei consumatori, tutti gli Organismi di controllo Sanitari (Asl, Nas, Repressione Frodi) effettuano controlli e verifiche analitiche in tutte le fasi della filiera.
Il lievito da pasta madre e il lievito da pasta acida sono la stessa cosa. La pasta madre si ottiene facendo lievitare spontaneamente un impasto fatto di farina e acqua senza aggiungere il lievito di birra. In tal modo nell’impasto si sviluppano numerosissimi microrganismi di specie diverse che collaborano alla demolizione dell’amido in glucosio (oltre a quella del glutine) e alla fermentazione del glucosio con produzione di alcool etilico e anidride carbonica. La pasta madre, una volta prodotta, viene usata per la lievitazione dell’impasto impiegato per produrre il pane. Il pane così ottenuto è molto digeribile. Questo metodo, molto utilizzato in passato, è stato oggi sostituito da quello che fa lievitare l’impasto con lievito di birra. Il lievito di birra è un fungo microscopico, lo stesso che fa fermentare lo zucchero dell’uva nella vinificazione e quello del malto nella produzione della birra.
La celiachia è un disturbo che in passato veniva chiamato intolleranza al glutine per distinguerla dalla classica allergia al frumento. Nelle persone che soffrono di celiachia il sistema immunitario tratta un’innocua frazione del glutine (il glutine è un complesso proteico presente nel grano, nell’orzo e nella segale, ma non negli altri cereali) come se fosse un agente patogeno e gli scaglia contro anticorpi. Purtroppo una quota di questi anticorpi sbaglia mira e va a colpire proteine proprie del corpo umano danneggiando i tessuti in cui esse sono presenti (reazione autoimmune). Uno degli effetti immediati di quest’anomala risposta del sistema immunitario è l’atrofia dei villi dell’intestino tenue che si traduce in un cattivo assorbimento delle sostanze nutritive. Per la diagnosi di celiachia sono disponibili test specifici che sono il dosaggio degli anticorpi antiendomisio e antitransglutaminasi tissutale. L’intolleranza al frumento non ha un’eziologia (secondo alcuni sarebbe dovuta ad una difficoltà di digerire il glutine). Sta diventando sempre più frequente sia per la cattiva qualità sia per il consumo eccessivo degli alimenti a base di farina di grano. Alcuni medici propongono dei test per la sua diagnosi (citotossico, DRIA, Vega, chinesiologico), ma la loro attendibilità non è stata ancora provata scientificamente.
Il mercato dei detergenti ecologici sta avendo negli ultimi anni dei livelli di crescita molto importanti. Si cresce mediamente del 25 – 30% annuo. La qualità dei prodotti detergenti ecologici è collegata a tre aspetti: 1) l’impiego di materie prime di origine vegetale e naturale rispettose della salute dell’uomo e dell’ambiente, 2) l’utilizzo di imballaggi da materie prime riciclabili, 3) la qualità dei prodotti in termine di potere lavante da poter competere con i detergenti tradizionali. Questo elemento è stato il vero motivo dello sviluppo dei detergenti ecologici certificati in quanto negli ultimi tempi sono state ampiamente risolte molte problematiche. La scelta dei detergenti ecologici è vantaggiosa perchè rispetta l’ambiente, rispetta la salute della persona perchè sono prodotti anallergici ed infine porta ad un utilizzo più consapevole dei prodotti. Normalmente tutti noi siamo abituati a valutare un prodotto ecologico in base alla sua biodegradabilità, in realtà le cose non stanno proprio in questo modo. La biodegradabilità indica la proprietà delle sostanze di essere decomponibili dai batteri saprofiti, ma niente ha a che fare con il grado di tossicità delle molecole risultanti dalla decomposizione delle sostanze. Quindi un prodotto con biodegradabilità al 90% è si un buon prodotto ecologico, ma il consumatore deve saperne di più. Quindi è stato introdotto il VCD cioè il Volume Critico di Diluizione. Esso misura la quantità minima di acqua necessaria per rendere una certa dose di detergente innocua per gli organismi acquatici. Dunque i detergenti ecologici oltre ad avere un elevato livello di biodegradabilità devono presentare un VCD più basso possibile che garantisce la loro atossicità ambientale.
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